Se riduciamo la spesa per la salute aumenteranno le malattie e l’assenteismo e usciranno dal mercato lavoratori qualificati di difficile ricollocazione. Non è questa la direzione. Lavoriamo assieme per spendere bene, non meno.
La spesa sanitaria aumenta per l'invecchiamento della popolazione e la Commissione europea rivede i suoi piani
La spesa sanitaria aumenta per l'invecchiamento della popolazione e la Commissione europea rivede i suoi piani
La Commissione europea guida le scelte di politica sanitaria.
Qual è la posizione della Commissione in questo momento di grave crisi economica rispetto al ruolo della salute e dei sistemi a tutela della salute dei cittadini dell’Ue?
Paola Testori Coggi, direttore generale per la salute e i consumatori, Commissione europea
La politica sanitaria nel senso più ampio del termine, cioè non solo cura ma soprattutto prevenzione, mantiene i cittadini in buona salute e quindi assicura una popolazione più produttiva nell'età lavorativa; un cittadino in buona salute costa meno allo Stato e produce, contribuendo così alla crescita economica. Un sistema sanitario moderno e innovativo è un driver della crescita economica. Guardiamo i dati. Il settore dei servizi sociali e sanitari impiega il 10% dei lavoratori. I tre quarti di questi sono donne, rispetto a una media del 45%. Il 43% ha un diploma di terzo livello contro il 25% della media dei lavoratori. Gli investimenti in R&S rappresentano l’8% nel settore della salute e raggiungono il 16% se prendiamo in considerazione i settori farmaceutico e biotecnologico, contro il 3,3% degli altri settori manifatturieri. È evidente che un sistema sanitario che funziona impiega lavoro di alta qualità, prevalentemente femminile, e rende i nostri paesi innovativi e competitivi sul lato della ricerca.
Un’Europa sana è un’Europa ricca. Ma come sostenere gli investimenti in fase di contrazione delle spese?
L’8,3% del pil è spiegato dalla spesa sanitaria, spesa destinata ad aumentare per l’invecchiamento della popolazione. È necessario e urgente innovare i sistemi di cura e spostare i servizi dall’ospedale. La telemedicina, e in generale l’eHealth, l’accesso a medicine e tecnologie innovative e performanti diventano elementi chiave per rendere la spesa sostenibile in paesi che invecchiano. Inoltre, si investe solo il 3% del bilancio nazionale nella prevenzione. Questo è insufficiente considerato che la prevenzione è l’arma più efficace per evitare l’insorgenza di malattie croniche e per svuotare gli ospedali.
Prevenzione, e-health e tecnologie costo-efficaci: questa è la ricetta. Come si garantisce che venga seguita?
Per innovare i sistemi di cura abbiamo lanciato una partnership sull’innovazione nel settore “Active and Healthy Ageing”, cuore della strategia della Commissione europea “Europe 2020”. Tutte le parti interessate fanno parte di questa iniziativa con l’obiettivo di trasformare le idee in azioni. La ricerca, il settore pubblico e l’industria devono trovare un modo nuovo di lavorare insieme per portare le innovazioni sul mercato sanitario. Misureremo l’impatto della partnership e vogliamo essere ambiziosi. Ci aspettiamo di incrementare di due anni la speranza di vita in buona salute entro la fine di questo decennio.
Le politiche comunitarie rimangono lettera morta se non c’è l’impegno dei paesi membri.
Dopo il Consiglio Epsco (Occupazione, politica sociale, salute e consumatori) del giugno 2011, la Commissione e i paesi membri hanno iniziato un “processo di riflessione” con l’obiettivo di identificare modalità efficaci per investire in salute e dare seguito alle raccomandazioni del Consiglio di tendere verso “sistemi sanitari moderni, responsabili e sostenibili”. Stiamo quindi lavorando con i paesi membri su quattro temi: valorizzare il tema della salute nella strategia “Europe 2020”; identificare i fattori di successo per un uso efficace dei fondi strutturali per gli investimenti in salute; trovare risposte adeguate all’evoluzione dei bisogni sanitari della società che invecchia; misurare l’efficacia degli investimenti in salute. Se riduciamo la spesa per la salute aumenteranno le malattie e l’assenteismo e usciranno dal mercato lavoratori qualificati di difficile ricollocazione.
Paola Testori Coggi, direttore generale per la salute e i consumatori, Commissione europea
La politica sanitaria nel senso più ampio del termine, cioè non solo cura ma soprattutto prevenzione, mantiene i cittadini in buona salute e quindi assicura una popolazione più produttiva nell'età lavorativa; un cittadino in buona salute costa meno allo Stato e produce, contribuendo così alla crescita economica. Un sistema sanitario moderno e innovativo è un driver della crescita economica. Guardiamo i dati. Il settore dei servizi sociali e sanitari impiega il 10% dei lavoratori. I tre quarti di questi sono donne, rispetto a una media del 45%. Il 43% ha un diploma di terzo livello contro il 25% della media dei lavoratori. Gli investimenti in R&S rappresentano l’8% nel settore della salute e raggiungono il 16% se prendiamo in considerazione i settori farmaceutico e biotecnologico, contro il 3,3% degli altri settori manifatturieri. È evidente che un sistema sanitario che funziona impiega lavoro di alta qualità, prevalentemente femminile, e rende i nostri paesi innovativi e competitivi sul lato della ricerca.
Un’Europa sana è un’Europa ricca. Ma come sostenere gli investimenti in fase di contrazione delle spese?
L’8,3% del pil è spiegato dalla spesa sanitaria, spesa destinata ad aumentare per l’invecchiamento della popolazione. È necessario e urgente innovare i sistemi di cura e spostare i servizi dall’ospedale. La telemedicina, e in generale l’eHealth, l’accesso a medicine e tecnologie innovative e performanti diventano elementi chiave per rendere la spesa sostenibile in paesi che invecchiano. Inoltre, si investe solo il 3% del bilancio nazionale nella prevenzione. Questo è insufficiente considerato che la prevenzione è l’arma più efficace per evitare l’insorgenza di malattie croniche e per svuotare gli ospedali.
Prevenzione, e-health e tecnologie costo-efficaci: questa è la ricetta. Come si garantisce che venga seguita?
Per innovare i sistemi di cura abbiamo lanciato una partnership sull’innovazione nel settore “Active and Healthy Ageing”, cuore della strategia della Commissione europea “Europe 2020”. Tutte le parti interessate fanno parte di questa iniziativa con l’obiettivo di trasformare le idee in azioni. La ricerca, il settore pubblico e l’industria devono trovare un modo nuovo di lavorare insieme per portare le innovazioni sul mercato sanitario. Misureremo l’impatto della partnership e vogliamo essere ambiziosi. Ci aspettiamo di incrementare di due anni la speranza di vita in buona salute entro la fine di questo decennio.
Le politiche comunitarie rimangono lettera morta se non c’è l’impegno dei paesi membri.
Dopo il Consiglio Epsco (Occupazione, politica sociale, salute e consumatori) del giugno 2011, la Commissione e i paesi membri hanno iniziato un “processo di riflessione” con l’obiettivo di identificare modalità efficaci per investire in salute e dare seguito alle raccomandazioni del Consiglio di tendere verso “sistemi sanitari moderni, responsabili e sostenibili”. Stiamo quindi lavorando con i paesi membri su quattro temi: valorizzare il tema della salute nella strategia “Europe 2020”; identificare i fattori di successo per un uso efficace dei fondi strutturali per gli investimenti in salute; trovare risposte adeguate all’evoluzione dei bisogni sanitari della società che invecchia; misurare l’efficacia degli investimenti in salute. Se riduciamo la spesa per la salute aumenteranno le malattie e l’assenteismo e usciranno dal mercato lavoratori qualificati di difficile ricollocazione.
di Rosanna Tarricone, direttrice Cergas Bocconi e Master Mihmep SDA Bocconi. Intervista a Paola Testori Coggi, direttore generale per la salute e i consumatori, Commissione europea
da Sarfatti25,it
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